Scuola materna Regina Elena

La Scuola materna Regina Elena

Nei primi anni del 1900 la situazione economica della Fondazione dell’Asilo era tale da poter pensare tranquillamente alla costruzione di una nuova sede più idonea alle mutate esigenze, come, ad esempio l’acqua corrente in casa; il terreno sul quale edificarla c’era già: quello di fronte alla chiesa, lasciato in eredità da M. Spagnolli. Per risparmiare forze e fondi si pensò di riunire in un unico edificio tre diverse realtà: l’Asilo, il teatro ed il ricreatorio festivo curaziale. L’edificio pensato da don Eliseo Chizzola sarebbe stato, oltre che la sede dell’Asilo, un luogo dove avrebbero potuto riunirsi nei giorni festivi i giovani del paese. Nel 1920, realizzando l’idea di don Chizzola, don Camillo Orsi diede il via alla definitiva progettazione e realizzazione del nuovo edificio in piazza Cesare Battisti 5, attualmente sede del Comune; lì i bambini di Aldeno frequentarono l’Asilo fino al 1 955. Nel 1928 Emanuele Mosna fa testamento e lascia alla Fondazione dell’Asilo 2000£ e il terreno dove ora sorge la Scuola Materna intitolata al suo nome. Sempre nel 1928 l’istituzione si dà un nuovo Statuto ed un nuovo nome: ora si chiama Scuola Materna “Regina Elena”. Si propone di accogliere i bambini per istruirli secondo le disposizioni legali in vigore e di fornire loro la refezione, quando le condizioni finanziarie lo consentano. Gli organi dell’Ente sono: l’assemblea generale dei soci, il consiglio direttivo, l’ufficio di presidenza, il comitato del­le Signore vigilatrici. Le spese della scuola sono coperte dai contributi dei soci e “delle quattro società che sostengono finanziariamente la Scuola Materna: Cassa Rurale, Famiglia Cooperativa, Cantina Sociale ed Unione Vinicola”. Alle famiglie viene richiesto il paga­mento della quota mensile di frequenza, dalla quale possono essere comunque esonerate, in maniera totale o parziale, le famiglie in difficoltà economiche. È curioso l’articolo 1 2 che stabilisce le mansioni delle “cinque Signore nominate dall’Assemblea generale”: alle Signore viene dato il nome di “Comitato delle Vigilatrici” e tra le altre cosa viene loro affidato il compito di informarsi presso i consiglieri o le signore maestre dei bisogni della Scuola Materna e dei bambini poveri e di organizzare durante l’anno qualche festa per i bambini. La festa di Natale non può certo mancare, così come i doni che le nostre Vigilatrici faranno trovare ai bambini.

Col trascorrere degli anni anche la sede posta nell’attuale piazza Cesare Battisti diventa inadeguata alle nuove esigenze e non più a norma di legge, tanto che in un verbale del 1943 si scopre che “il Podestà fa la proposta, essendo già stato concesso il suolo alla Scuola Ma­terna, per la costruzione della nuova sede, la Scuola stessa vuole prenderne possesso ini­ziando almeno la costruzione. Il Consiglio aderisce ben volentieri”. I tentativi per reperire i fondi non mancano mai e la necessità della realizzazione della nuova struttura emerge assai frequentemente nei verbali. Finché negli anni ’50 il terreno viene venduto virtualmente al Co­mune il quale riesce ad ottenere finalmente tutte le necessarie autorizzazioni e le garanzie di contributi pubblici.

Inoltre il 22 novembre 1950 la Scuola Materna aveva aderito alla costituenda Federazione Provinciale degli Asili Infantili e della scuola materna della Provincia (l’attuale Federa­zione Provinciale Scuole Materne, sita in via Degasperi a Trento).